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Le sette virtù di una cucina perfetta

La difficoltà di arredare la cucina sta proprio nel conciliare estetica e praticità, tanto che il concetto di design in cucina si arricchisce di elementi strettamente correlati all’arte culinaria.

REGOLA N.1: ottimizzare gli spazi

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È fondamentale sfruttare ogni singolo centimetro libero, per creare spazi in cui conservare sia utensili da cucina, a volte di dimensioni ingombranti, sia prodotti alimentari.
Quindi, ricavare sportelli sopra il frigorifero, cassetti sotto il lavello e alla base della cucina, aprire varchi nel muro, come le nicchie di un tempo e i vecchi stipi incassati.
Un valido esempio di questo tipo è nell’immagine precedente, dove, tra mensole, pensili, piccoli contenitori mobili, ante e cassetti, è usato interamente lo spazio verticale della cucina, in un accumulo quasi compulsivo.
I vantaggi di questo sfruttamento intensivo si avvertono, a lungo termine, anche nel portafogli: quante volte abbiamo rinunciato a fare scorte di prodotti in offerta, solo perché non sapevamo dove conservarli?

REGOLA N.2: attenti al triangolo

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Questa figura geometrica rappresenta la linea ideale che lega i tre elementi fondamentali della cucina: lavandino, frigorifero e piano cottura.
Una volta individuato questo spazio, bisogna aver cura di lasciarlo libero da altri mobili, oggetti d’arredo o carichi ingombranti.
Nella composizone degli spazi, bisogna fare in modo che la somma dei lati di questo triangolo non sia né inferiore a 8 metri né superiore a 10. Vale a dire, l’area interna al triangolo non dev’essere troppo stretta e angusta, in modo da potersi muovere comodamente, ma non dev’essere nemmeno troppo ampia, per non rischiare di dover percorrere il cammino di Santiago, ogni volta che portiamo l’insalata dal frigo al lavello.

REGOLA N.3: luce come su una veranda

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In cucina la luce non è mai troppa. Bisogna infatti controllare la giusta cottura dei cibi, pulire a fondo le macchie più ostinate ed evitare che il proprio mignolo finisca nell’insalata di carote tagliate alla julienne.
Per questo è necessario non solo avere una forte fonte di luce, ma anche differenziarla e dislocarla nelle varie zone, facendo coesistere contemporaneamente lampadari centrali, serie di lampade pendenti sull’isola, faretti al soffitto e sotto i pensili, per illuminare il piano di lavoro e avere all’occorrenza una luce più soffusa e d’atmosfera.
Non ultima, la funzione estetica di una adeguata illuminazione, che valorizza i colori e le forme, specie in presenza di materiali lucidi e laminati specchianti che moltiplicano la luce.

REGOLA N.4: il top dei top

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Non bisogna mai trascurare la qualità dei top (così sono definiti i piani di lavoro). Devono avere la giusta resistenza per sopportare le cruente sevizie cui sono sottoposte, quali alte temperature di pentole e tegami, graffi di coltelli, caduta di liquidi grassi e bollenti, passaggio costante di detersivi e disinfettanti ad alto potere corrosivo.
La scelta dei materiali è infinita, dal classico granito a quelli più moderni quali corian, quarzo, vetro, cemento, acciaio, pietra lavica.

REGOLA N.5: sistema di aerazione

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Nessuna scuola di design prevede come elemento d’arredo l’odore di frittura e di cavolfiore. Se una cucina non ha cappe potenti che digeriscano in poco tempo ogni traccia di cibo evaporato, non può sperare di sembrare accogliente, né tantomeno elegante.
Il problema si ripropone in modo ancora più urgente nel caso degli open space, così diffusi nell’era moderna, che abbattono i muri separatori fra cucina e salotto, o a maggior ragione nei monolocali, dove i fantasmi di una cena restano a tormentare il sonno di chi la consuma.

REGOLA N.6: largo ai paraspruzzi

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Non rinunciare mai ai provvidenziali paraspruzzi, che fanno da sfondo a lavelli e piani di cottura e rendono più agevole la pulizia delle macchie, delle tracce di vapore e grasso.
Oltre alle solite piastrelle, c’è la possibilità di optare per pannelli in alluminio, resina, vetro smaltato o di adoperare lo stesso materiale usato per i top.

REGOLA N.7: alla moda ma non troppo

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Non bisogna impostare l’arredamento fisso della cucina su una moda stagionale.
Si rischia di investire cifre esorbitanti, per poi apparire, a stretto giro, anacronistici.
Idee troppo particolari ed effimere tendono inoltre a stancare molto prima delle scelte più neutre. Queste ultime, come grandi tele, fanno da sfondo a una personalizzazione più elastica e meno impegnativa, che potremo affidare a complementi d’arredo facilmente sostituibili, quali lampade, bottiglie, vassoi, centrotavola, dai colori e dalle forme più disparate.

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