Siamo a Shiga, in Giappone. Su un punto strategico della città, che domina la vista collinare, si erge questo splendido capolavoro architettonico, dal sapore avveniristico: la Scape House. La struttura esterna a scatola richiama alla mente importanti progetti, come il New Museum of Contemporary Art, a New York: una sovrapposizione di piani disallineati, nata dall’immaginazione geometrica degli architetti giapponesi Kazuyo Sejima e Ryue Nishizawa.
LA SCAPE HOUSE, come si presenta all’esterno
Tornando alla nostra Scape House, l’insieme dei parallelepipedi, assemblati in modo apparentemente casuale, su piani orizzontali e verticali, conferisce una sensazione di levità all’edificio, accentuata dalla bicromia alternata. Già gli esterni anticipano quello che rappresenta il segno grafico di maggior interesse della casa: la disposizione particolarissima delle finestre.
INGRESSO NELLA SCAPE HOUSE: bianco, blu, e cemento
Apriamo la porta su questo magnifico corridoio d’ingresso, che confessa da subito le intenzioni cromatiche della casa: colori glaciali, tutti giocati sulle tonalità del bianco, grigio, legno e blu. Il grigio si manifesta nel pavimento in cemento naturale lucido, spatolato a mano e nella pittura effetto cemento della parete, che conferiscono un deciso sapore industriale all’ambiente. Scelta di grande attualità, che non viene smentita dalla predominanza del bianco, posato su tutto il resto degli spazi. Blu e legno si lasciano solo intravedere dalle finestre aperte su studio e stanza dei giochi.
LE FINESTRE NELLA SCAPE HOUSE: una nuova prospettiva
Nelle finestre, appunto, si esprime l’unicità del progetto: esse si aprono dall’interno verso l’interno e offrono una visuale completa di tutto ciò che avviene nelle stanze. Di grande effetto, l’inquadratura quasi feticistica delle finestre aperte sulle porte scorrevoli: sono poste così in basse da mostrare solo i piedi di chi è dentro o, come in questo caso, il corpicino di una bambina sdraiata.
Questo è solo un assaggio dell’abile gioco di movimento ottenuto in questa casa, semplicemente sfruttando le vedute.
Entriamo ora nel vivo delle stanze, a cominciare da quella dei giochi. Qui la bicromia bianco-blu, la linearità degli spazi e la texture delle pareti effetto tela, danno la sensazione di entrare in una scatola di scarpe. Il rischio claustrofobia è scongiurato dalla comunicazione continua con gli altri ambienti, attraverso varchi trasparenti nel muro.
Stessa conformazione fisica per lo studio, che sembra il corrispondente negativo dell’altra stanza: questa volta pavimento scuro, pareti e soffitto in legno chiaro creano volutamente contrasto con la scelta opposta dell’altro locale (pavimento chiaro, pareti e soffitto scuri).
In più, questa seconda scatola si concede un angolo meditativo, essenziale, come il resto della stanza e con affaccio su mini-giardinetto zen. Angolo che rievoca lo stesso tema cementizio del corridoio. Vedete come la composizione di tutti questi locali crea nell’insieme un mirabile e complesso gioco di scatole cinesi.
Saliamo nella zona living, dove la configurazione open space fa risaltare sensibilmente la disposizione dinamica di finestre e porte finestre. Di queste, alcune si sviluppano in orizzontale, altre in verticale, alcune sono ad altezza standard, altre poste così in alto da doverci arrivare con le scale, permettendo di vedere senza essere visti. Nell’insieme, tutte queste vedute creano un movimento sorprendente sulle pareti.
LA FUSIONE DEGLI ELEMENTI: mobili e strutture trascolorano gli uni nelle altre
Il movimento nasce anche dagli stessi muri, che si spingono fuori da se stessi e si allungano in complicate geometrie, fino a diventare altro: un mobile portaoggetti, una panca-contenitore, una scalinata, un magnifico posto a sedere vicino alla finestra alta, una libreria.
Ognuno di questi elementi prosegue nell’altro e il filo conduttore di tutti è la pittura effetto cemento. La stessa che abbiamo incontrato nel corridoio, viene assorbita dal tessuto sintetico e grigio dei tendaggi, in omaggio ad una raffinata lettura dello stile industriale.
La descrizione geometrica della stanza si conclude nella veranda dal pavimento in legno; quasi austera nella sua semplicità, abbraccia una visuale privilegiata del paesaggio urbano. Sobrietà, pulizia degli arredamenti e rigore geometrico degli spazi, confermano ancora una volta la modernità, l’estro elegante e visionario del design made in Japan.